Premesso che:
la sindrome fibromialgica, malattia neurologica riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dal 1992 con la cosiddetta Dichiarazione di Copenhagen e inclusa nella decima revisione dell'International statistical classification of diseases and related health problems (ICD-10, codice M79-7), colpisce in Italia, secondo lo studio "Prevalence of fibromyalgia: a survey in five european countries", circa 2-3 milioni di persone, corrispondenti al 3-4 per cento dell'intera popolazione; 6 volte su 7 la patologia riguarda donne in età giovanile;
il dolore è il sintomo predominante della fibromialgia. Generalmente, si manifesta in tutto il corpo, sebbene possa essere particolarmente evidente in alcune sedi quali il rachide cervicale, le spalle e la regione lombosacrale;
i pazienti che soffrono di fibromialgia hanno difficoltà a vivere una vita piena e indipendente, in quanto la sensibilità al dolore, il senso di debolezza e la fragilità portano la persona affetta da questa patologia a un isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva, causando una vera e propria invalidità sociale e in molti casi alla perdita del lavoro per rinuncia;
il sistema sanitario nazionale non prevede alcuna forma di riconoscimento della fibromialgia e, in assenza di tale riconoscimento, non c'è sul territorio nazionale una prassi consolidata registrando così differenti sensibilità regionali. Infatti solo alcune Regioni come il Veneto, la Toscana, il Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia, le Province di Trento e Bolzano, e recentemente anche l'Emilia-Romagna e la Sicilia hanno attivato percorsi per il riconoscimento e l'esenzione;
nella dichiarazione del Parlamento europeo del 13 gennaio 2009 (P6-TA (2009)0014) lo stesso ha invitato gli Stati membri: a mettere a punto una strategia comunitaria per la fibromialgia in modo da riconoscere questa sindrome come malattia; a contribuire ad aumentare la consapevolezza della malattia e favorire l'accesso degli operatori sanitari e dei pazienti alle informazioni, sostenendo campagne di sensibilizzazione a livello nazionale; a incoraggiare e migliorare l'accesso alla diagnosi e ai trattamenti; a promuovere lo sviluppo di programmi per la raccolta di dati sulla fibromialgia;
il 15 novembre 2017 la XII Commissione (Affari sociali) della Camera ha approvato all'unanimità un testo unificato di risoluzione, 8-00270, che prevede tra gli impegni rivolti al Governo l'inclusione della sindrome fibromialgica nell'elenco delle malattie croniche che rientrano nei nuovi LEA, l'avvio di un piano di informazione e di formazione del personale sanitario per formulare una diagnosi corretta in tempi brevi e il riconoscimento della sindrome quale malattia ad elevato impatto sociale oltre che sanitario,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda attivarsi al fine di mantenere gli impegni assunti dal Governo Gentiloni nel corso della XVII Legislatura.
con nota prot. n. 183821 del 24 maggio 2018, indirizzata a Anisap Calabria e Federlab Calabria (le associazioni che riuniscono gli operatori della sanità privata calabrese accreditate presso la Regione Calabria) e per conoscenza a tutte le direzioni generali delle aziende sanitarie provinciali, il commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario della Regione Calabria, Massimo Scura, ha ribadito la legittimità dei propri decreti n. 72/2018 e n. 87/2018, che prevedono il "taglio" dei costi per servizi già erogati in regime di convenzione e di accreditamento fino al 31 dicembre 2017 e, conseguentemente, ha invitato i direttori generali delle aziende menzionate "a procedere all'immediata sottoscrizione degli accordi contrattuali ex art. 8-quinquies del D.Lgs. 502/1992 e s.m.i., con i singoli erogatori privati, dandone formale comunicazione alla strutturale commissariale per l'adozione dei provvedimenti consequenziali in caso di mancata stipula. In caso contrario, si procederà a denunciare il relativo comportamento omissivo alla magistratura contabile e penale";
da notizie pervenute all'interrogante e riportate su "Il Quotidiano del Sud", risulta che con una decisione immediata, il Tar di Catanzaro, su ricorso dell'avvocato Rubino, avrebbe sospeso la nota del commissario datato 8 maggio 2018, nella quale intimava alle ASP di procedere, tramite convocazione dei laboratori, alla firma del decreto n. 72 citato, che fissa un taglio del budget di 20 milioni di euro per le strutture accreditate. Nella stessa nota, il commissario Scura avrebbe invitato a "procedere all'immediata sottoscrizione degli accordi", come riportato;
di fronte a tale intimazione, le ASP avevano disposto la convocazione delle strutture private per il 1° giugno, convocazione attualmente sospesa in attesa che il 27 giugno il Tar si pronunci;
le associazioni di categoria a tutela dei privati accreditati, Anisap e Federlab, dal 4 giugno sospendono l'accettazione delle prestazioni con ticket sanitario, come radiografie, Tac ed esami complessi, che verranno erogate solo a pagamento a causa dell'esaurimento del budget;
giova evidenziare, inoltre, che le strutture sanitarie versano in uno stato di estremo disagio, considerato che sono ancora in attesa, dall'estate scorsa, del pagamento da parte delle ASP delle prestazioni già effettuate;
secondo quanto rilevato dalle associazioni di categoria, i decreti n. 72 e n. 87 sarebbero strettamente collegati: il primo perché stabilisce i tetti di spesa e il secondo perché trasferirebbe le risorse stornate ai laboratori direttamente all'ospedalità privata. Inoltre, viene evidenziato che i documenti non sono mai stati controfirmati dal Dipartimento della salute della Regione Calabria, come confermato in più occasione dal delegato del presidente della Regione sulla sanità;
sempre secondo quanto evidenziato dalle associazioni, il decreto n. 72 conterrebbe una vera e propria clausola vessatoria: stando a quanto scritto sul documento, i laboratori, all'atto della firma, implicitamente rinuncerebbero a qualsiasi azione legale nei confronti della struttura commissariale e in caso di firma mancata, invece, verrebbe immediatamente cancellato l'accreditamento della struttura;
inoltre, si pone il problema dei livelli essenziali di assistenza fissati dal commissario, nel decreto del commissario ad acta n. 32 del 2017, in 12 prestazioni per abitante. Secondo le associazioni, invece, il taglio causerebbe una drastica diminuzione delle prestazioni nella misura di 7 per abitante, con conseguenti difficoltà e disagi per i cittadini, che non potrebbero avvalersi della sanità pubblica, a causa delle lunghe liste d'attesa che in taluni casi pregiudicherebbero la vita stessa dei pazienti;
la situazione costituisce, a parere dell'interrogante, una palese violazione del diritto alla tutela della salute sancito dalla Carta costituzionale;
le problematiche legate alla sanità della Regione Calabria richiederebbero un atteggiamento responsabile e di buon senso nei confronti dei cittadini e dei tanti malati costretti a recarsi in altre regioni per curarsi, e con riguardo alle strutture private accreditate, che rappresentano in alcuni casi gli unici punti di riferimento per molti pazienti. I medici professionisti e il personale sanitario si spendono quotidianamente, anche in condizioni di grave disagio, per garantire il diritto alla salute;
la sanità è un servizio pubblico indipendentemente dal soggetto statale o regionale o privato che ne eroga le prestazioni, e come tale va garantito sempre e comunque;
di recente, il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, mostrando grande attenzione nei confronti dei bisogni dei cittadini calabresi ed un grande senso di responsabilità, ha rivolto un accorato invito a tutte le istituzioni al fine di garantire i livelli minimi di assistenza,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione descritta;
quali azioni intenda adottare a tutela e sostegno delle strutture sanitarie accreditate, al fine di garantire la continuità del servizio sanitario calabrese, dando certezza ai rapporti giuridici in essere ed a quelli futuri da sottoscrivere, così da scongiurare la crisi del settore privato ed il rischio di chiusura delle stesse strutture;
quali azioni di propria competenza intenda promuovere per evitare l'esplosione del contenzioso giudiziario con potenziale notevolissimo danno per la finanza pubblica.